Ogni anno il 25 novembre si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e il femminicidio.

Quella del 25 novembre non è una data scelta a caso dall’ONU: ricorre infatti l’anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, tre coraggiose donne rivoluzionarie, che furono massacrate nel 1960.

Patria Mercedes, María Argentina Minerva e Antonia María Teresa furono uccise brutalmente il 25 novembre del 1960 dal regime del dittatore Trujillo, Repubblica Dominicana,a cui loro avevano tentato di opporsi. 

È “violenza contro le donne” ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà. Così recita l’art 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne.

La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha condannato sette volte lo Stato italiano per non aver protetto le donne vittime di violenza e i loro figli, quattro solo nel 2022. Altra condanna è arrivata dal Cedaw – il comitato delle Nazioni Unite – per i pregiudizi diffusi nei tribunali italiani.

Secondo il  report interforze “Il pregiudizio e la violenza contro le donne“, Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e Università La Sapienza di Roma, sono 88 le donne uccise in ambito famigliare e affettivo al 20 novembre 2022

Il rapporto, sul fronte omicidi con vittime donne, mostra numeri in lieve calo rispetto allo stesso periodo del 2021, ma in 10 anni, dal 2012, a fronte di una flessione del 44% delle vittime di omicidi, la diminuzione delle vittime di sesso femminile si ferma a -28%. In crescita invece le violenze sessuali, oltre il 90% nei confronti di donne e ragazze.

Dall’entrata in vigore del Codice rosso (Legge 19 luglio 2019, n. 69  è una a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti) il più alto numero di violazioni riguarda i provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento, in salita nel 2022 come il reato di sfregio, in calo invece il revenge porn.

I due dati più significativi per capire il fenomeno è che  il 63% delle donne uccise non aveva parlato con nessuno della situazione di violenza che viveva. Solo il 15% aveva denunciato.(fonte Istat)

 Articolo a cura della redazione scolastica